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Chirurgia Toracica Videoassistita

Corrado Lavini Ciro Ruggiero Uliano Morandi

Resumen/Descripción – provisto por la editorial

No disponible.

Palabras clave – provistas por la editorial

Minimally Invasive Surgery; General Surgery; Pediatric Surgery; Thoracic Surgery

Disponibilidad
Institución detectada Año de publicación Navegá Descargá Solicitá
No detectada 2006 SpringerLink

Información

Tipo de recurso:

libros

ISBN impreso

978-88-470-0521-1

ISBN electrónico

978-88-470-0522-8

Editor responsable

Springer Nature

País de edición

Reino Unido

Fecha de publicación

Información sobre derechos de publicación

© Springer Verlag Italia 2006

Tabla de contenidos

Storia Della Videotoracoscopia

Alessandro Marchioni; Corrado Lavini; Uliano Morandi

La videotoracoscopia non sarebbe una realtà ormai consolidata da più di un decennio se non avesse ricevuto impulso dalla toracoscopia medica.

Pp. 1-7

Apparecchiature e Strumentario

Ciro Ruggiero

I progressi ottenuti nella produzione di apparecchiature video sempre più sofisticate e di strumenti chirurgici sempre più complessi e dimensionalmente contenuti hanno permesso lo sviluppo della chirurgia videoassistita. Parallelamente alle altre discipline della chirurgia generale anche la chirurgia toracica ha subito questo processo evolutivo. È passato quasi un secolo da quando fu eseguito il primo intervento di toracoscopia dal medico svedese Hans Christian Jacobeus (1913) e parallelamente allo sviluppo tecnologico vi è stato un continuo perfezionamento delle tecniche chirurgiche. Negli ultimi venti anni abbiamo assistito all’evoluzione della videotoracoscopia (VATS). La chirurgia videotoracoscopica non vuole in alcun modo sostituirsi alla chirurgia toracica convenzionale ma rappresenta solo un approccio differente che consente di avere vantaggi molteplici e peculiari rispetto a quello tradizionale.

Pp. 8-21

Chirurgia Toracica Videoassistita: Aspetti Medico-Legali

Enrico Silingardi; Anna Laura Santunione

Da diversi anni l’introduzione delle tecniche chirurgiche videoassistite ha modificato sostanzialmente l’approccio metodologico e strumentale a numerose patologie dei distretti toracico e addominale. Come già era avvenuto in precedenza per la videolaparoscopia, anche la chirurgia toracica videoassistita (VATS) è ormai uscita dalla fase strettamente sperimentale ed ha realizzato un processo di revisione critica teso a definirne gli ambiti applicativi, le indicazioni, i vantaggi, i limiti, i rischi, le controindicazioni, nonché le patologie e le condizioni per le quali resta tuttora preferibile il ricorso alle tradizionali metodiche toracotomiche o minitoracotomiche, ovvero si pone la combinazione delle tecniche vecchie e di quelle nuove.

Pp. 22-26

Anestesia ed Analgesia Postoperatoria in Chirurgia Toracica Videoassistita

Vincenzo Lucio Indrizzi; Giuseppe Magni; Alberto Tassi

Le semplici procedure eseguite nei primi anni venti in toracoscopia (trattamento della tubercolosi polmonare e cauterizzazione di aderenze pleuriche) permettevano spesso di evitare l’anestesia generale a vantaggio della locale; si trattava, infatti, di interventi di breve durata durante i quali il polmone da trattare doveva rimanere non ventilato per poco tempo, con minima variazione di paO e di paCO del paziente

Pp. 27-40

Principi e Tecniche di Base

Antonio Bobbio; Paolo Carbognani; Luca Ampollini; Michele Rusca

Le procedure di chirurgia supportate dall’apparecchiatura video si sono largamente diffuse in tutte le discipline chirurgiche a partire dall’inizio degli anni ’90. La chirurgia toracica ha ugualmente usufruito delle innovazioni tecnologiche della strumentazione endoscopica ed ha affinato specifiche tecniche video-chirurgiche per la diagnosi e la terapia delle patologie del torace [–].

Pp. 41-49

Anatomia Videotoracoscopica del Torace

Stefano Elia

Il torace è una struttura a forma tronco-conica con apice in alto e parte inferiore più larga, ehe presenta un asse antero-posteriore più corto di quello traverso o latero-laterale.

Pp. 50-60

Trattamento Chirurgico Mininvasivo del Petto Escavato

Tiziano De Giacomo; Federico Venuta; Marco Anile; Mary-Jo Filice; Daniele Diso; Maria Teresa Aratari; Giorgio Furio Coloni

Il petto escavato (PE) rappresenta la più comune malformazione congenita della gabbia toracica, caratterizzata da una depressione dello sterno e delle cartilagini condrosternali. Si può associare a patologie del tessuto connettivo quali la sindrome di Marfan, il prolasso della valvola mitrale e l’osteogenesi imperfetta ed è più frequente negli uomini che nelle donne.

Pp. 61-66

Versamenti Pleurici

Alessandro Stefani

La diagnostica del versamento pleurico è stata una delle prime indicazioni alia videotoracoscopia. La semplicità di esecuzione e l’elevato potere diagnostico della metodica nell’applicazione specifica, rendono tuttora questa indicazione la più universalmente diffusa. Ciò anche in ragione del fatto che il versamento pleurico rappresenta una patologia comune, che spesso rimane di diagnosi incerta, nonostante le toracentesi ripetute e la biopsia pleurica a cielo chiuso: circa il 20% dei versamenti pleurici risulta infatti non diagnosticato []. La videotoracoscopia permette inoltre di associare al tempo diagnostico ulteriori manovre operative, come lo sbrigliamento del cavo pleurico nell’eventualità di versamento saccato, la lisi delle aderenze pleuropolmonari, il trattamento del versamento mediante le tecniche per ottenere la pleurodesi, una pericardiotomia in caso di concomitante versamento pericardico, biopsie polmonari o mediastiniche se presenti lesioni associate.

Pp. 67-81

Neoplasie Benigne e Maligne Della Pleura

Corrado Lavini

La pleura può essere sede di neoplasie benigne e maligne. Vengono interessati i foglietti della pleura parietale, viscerale o entrambi.

Pp. 82-88

Empiemi Pleurici

Stefano Sanna; Marta Mengozzi; Marco Monteverde; Desideria Argnani; Davide Dell’Amore

L’empiema pleurico consiste nella raccolta di materiale purulento all’interno della cavità pleurica. Ippocrate (Fig.1) fu il primo a descriverne i sintomi ed i segni quali febbre settica, dolore toracico, tosse produttiva ed il decorso spesso infausto, così come fu il primo a tentare un trattamento mediante una rudimentale “open thoracostomy” []. Tale procedura rimase la sola ed unica opzione terapeutica in questa patologia fino al XIX° secolo quando venne descritta, ma non adottata immediatamente, la procedura del drenaggio toracico chiuso. Questa tecnica divenne ampiamente utilizzata durante l’epidemia d’influenza del 1917–1919 quando il drenaggio toracico aperto era funestato da una mortalità superiore al 70% []. Tale mortalità era probabilmente dovuta all’insufficienza respiratoria prodotta dall’esteso pneumotorace che si creava con il drenaggio toracico aperto, in particolare nelle infezioni da Streptococcus Haemolyticus che producendo streptokinasi riduce la formazione di aderenze pleuriche.

Pp. 89-103