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Chirurgia addominale d'urgenza: il buon senso di Schein: Guida pratica per sopravvivere nella trincea delle urgenze chirurgiche
Moshe Schein ; Paul N. Rogers (eds.)
Resumen/Descripción – provisto por la editorial
No disponible.
Palabras clave – provistas por la editorial
General Surgery; Surgery; Internal Medicine; Intensive / Critical Care Medicine
Disponibilidad
Institución detectada | Año de publicación | Navegá | Descargá | Solicitá |
---|---|---|---|---|
No detectada | 2007 | SpringerLink |
Información
Tipo de recurso:
libros
ISBN impreso
978-88-470-0624-9
ISBN electrónico
978-88-470-0625-6
Editor responsable
Springer Nature
País de edición
Reino Unido
Fecha de publicación
2007
Información sobre derechos de publicación
© Springer-Verlag Italia 2007
Cobertura temática
Tabla de contenidos
Urgenze ginecologiche
Bashar Eahoum; Moshe Schein
Il famoso autore e medico inglese W. Somerset Maugham (1874–1965) scrisse: “…la donna è un animale che urina una volta al giorno, defeca una volta alla , ha le mestruazioni una volta al , partorisce una volta all’anno e copula ogni qualvolta ne ha l’opportunità….”. Oggi nessuno farebbe una affermazione così “sessista” e politicamente scorretta, ma se qualcuno lo facesse, dovrebbe aggiungervi un commento sul “dolore localizzato nei quadranti inferiori dell’addome…”.
III - L’intervento | Pp. 275-282
Urgenze addominali in età pediatrica
Wojtek J. Górecki
La famosa frase che asserisce che i bambini non sono degli adulti piccoli è particolarmente valida nel caso delle urgenze addominali pediatriche, non soltanto per le differenze fisiologiche e metaboliche, ma anche per la diversità del quadro clinico, della presentazione e del trattamento. Questo capitolo è dedicato alle urgenze addominali chirurgiche nei bambini. Le urgenze neonatali sono escluse, dato che è improbabile che dobbiate trattarle, a meno che non siate dei chirurghi pediatrici specializzati.
III - L’intervento | Pp. 283-290
Il paziente con AIDS
Sai Sajja
L’infezione da virus dell’immunodeficienza umana (HIV) e la sua inevitabile conseguenza, sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), sono uno dei più gravi problemi che affliggono la sanità pubblica mondiale e, di fatto, modi- la pratica chirurgica e medica.
III - L’intervento | Pp. 291-296
Trauma addominale penetrante
Avery B. Nathens
Secondo molti chirurghi dedicati prevalentemente all’urgenza, è moito più facile prendere una decisione in pazienti con trauma addominale penetrante che non in pazienti con trauma chiuso. La ragione principale? Nei pazienti con trauma addominale penetrante non vi è quella “alterazione del sensorio” causata da un trauma cranico che renderebbe più difficile l’esame clinico ed inoltre si è visto poi che la causa di una eventuale emorragia in pazienti instabili è, di solito, localizzata in addome. Questi fattori rendono inutile l’esecuzione di una serie di lunghi e costosi esami radiologici e, di fatti, a parte le eccezioni (descritte in questo capitolo), la diagnostica per immagini non svolge alcun ruolo nei pazienti con lesioni addominali penetranti.
III - L’intervento | Pp. 297-304
Trauma addominale chiuso
Avery B. Nathens
L’approccio ai traumi addominali chiusi è considerevolmente differente rispetto a quello adottato nei traumi penetranti, per diversi motivi:
III - L’intervento | Pp. 305-319
Sindrome compartimentale addominale
Moshe Schein
Durante il Ringraziamento, una testa nazionale qui negli Stati Uniti, moiti milioni di tacchini– chiamati anche “uccelli del ringraziamento”–vengono imbottiti con vari ingredienti (io ci metto anche ceci, aglio, pane inzuppato nel vino e timo) e serviti alle famiglie americane riunite. Considerate che questi grossi volatili vengono imbottiti dopo morti, ma potete mai immaginare cosa succederebbe se i poveretti fossero riempiti da vivi? Per prima cosa, smetterebbero di volare, poi gradualmente ipoventilerebbero, collasserebbero e alla fine morirebbero. Certamente potreste attribuire il decesso del volatile imbottito alle cattive condizioni dei polmoni, ad un cuore vecchio, alle tossine rilasciate dagli ingredienti usati per il ripieno e, come ultima alternativa, potreste incolpare l’anestesista. Ma per essere sinceri esiste tutta una enorme quantità di lavori scientifici in cui si evidenzia, senza ombra di dubbio, che il tragico epilogo del vostro volatile è stato causato da un aumento della pressione intraaddominale (IAP) che ha determinato una ipertensione intra-addominale (IAHT) che, a sua volta, ha determinato una (ACS).
III - L’intervento | Pp. 321-327
Urgenze dell’aorta addominale
Paul N. Rogers
Di solito non è difficile diagnosticare un aneurisma dell’aorta addominale (AAA) fissurato. È tipico in questi pazienti un esordio acuto con dolore lombare, dolore addominale e collasso associato ad ipotensione. All’esame clinico la presenza di una massa addominale puisante conferma la diagnosi. In questo caso, il paziente è portato direttamente in sala operatoria: l’unico ritardo è dovuto alle prove crociate di compatibilità trasfusionale che però si fa solo in pazienti stabili.
III - L’intervento | Pp. 329-336
Chiusura della parete addominale
Moshe Schein
Infine è arrivato il momenta di “svignarsela”. Avete lavorato tutta la notte e siete perciò tentati di farla finita velocemente. Tuttavia l’impazienza è sconsigliabile poiché una chiusura corretta dell’addome evita al paziente una eventuale deiscenza della sutura della parete addominale ed in seguito la formazione di un laparocele e a voi una grossa umiliazione (“lo saprebbero tutti”). Siete stanchi, è vero, ma prima di chiudere, fermatevi a pensare, chiedete ai vostri assistenti: “Abbiamo dimenticato niente?”. Controllate la vostra (Cap. 39). Generalmente, il cedim.en.to della sutura della paxete addominale è dovuto alla scarsa qualità dei tessuti, alla presenza di una. elevata pressione addominale, ad una tecnica scorretta o anche alla combinazione di tutti questi elementi. A volte, si scioglie un nodo della sutura ma è ancora… più tipico che il problema riguardi i tessuti piuttosto che la sutura. Per eseguire una chiusura di parete sicura tenete a mente (e sotto mano) i seguenti principi.
III - L’intervento | Pp. 337-341
Prima dell’atterraggio
Moshe Schein
Tutti sanno che un “buon atterraggio” è quello che vi permette di lasciare incolumi l’aeroplano.
III - L’intervento | Pp. 343-344
Trattamento post-operatorio
Moshe Schein
Il lungo intervento è terminato e a voi non resta che assaporare la dolce “euforia” e l’esultanza del post-operatorio. Ma poco dopo, appena i livelli delle endorfine iniziano a diminuire, cominciate a preoccuparvi dell’esito. Ed infatti dovete preoccuparvi, perché l’attitudine da arcisicuro è l’ingrediente principale per un disastro. Non è nostra intenzione intavolare una discussione dettagliata sul trattamento post-operatorio o scrivere un nuovo manuale di terapia intensiva chirurgica. Vogliamo soltanto condividere con voi alcuni concetti di base che potrebbero essere dimenticati, affogati in un mare di nuove tecnologie e di espedienti. Ecco alcuni “comandamenti” pratici del trattamento post-operatorio.
IV - Dopo l’intervento | Pp. 347-353