Catálogo de publicaciones - libros
Vite matematiche: Protagonisti del 900 da Hilbert a Wiles/
C. Bartocci ; R. Betti ; A. Guerraggio ; R. Lucchetti (eds.)
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Disponibilidad
Institución detectada | Año de publicación | Navegá | Descargá | Solicitá |
---|---|---|---|---|
No detectada | 2007 | SpringerLink |
Información
Tipo de recurso:
libros
ISBN impreso
978-88-470-0639-3
ISBN electrónico
978-88-470-0640-9
Editor responsable
Springer Nature
País de edición
Reino Unido
Fecha de publicación
2007
Información sobre derechos de publicación
© Springer-Verlag Italia, Milano 2007
Cobertura temática
Tabla de contenidos
Renato Caccioppoli
Angelo Guerraggio
Renato Caccioppoli è probabilmente il matematico italiano più “raccontato”.Quello di cui più si è parlato e scritto, anche al di fuori della stretta cerchia degli specialisti. La sua figura è stata proposta ad un pubblico vasto (pure sfiorando i temi della ricerca) nel difficile tentativo di comunicare la complessità e il fascino del pensiero matematico. (È un tentativo che rimane difficile ma che comunque, da qualche anno, non ci vede più inerti e rassegnati a lamentarci delle condizioni sfavorevoli in cui divulgare metodi e contenuti della matematica).
- Hommage à Gödel | Pp. 139-153
Bruno de Finetti
D. Michele Cifarelli
Scrivere dell’opera di Bruno de Finetti in poche pagine è davvero grande velleità, tanto numerosi e significativi sono i contributi che ha dato a vari settori della matematica (applicata e non) e ad altri rami del sapere come l’economia e la biologia per citarne alcuni.
- Hommage à Gödel | Pp. 155-164
Andrej Nikolaevič Kolmogorov
Guido Boffetta; Angelo Vulpiani
Il 25 aprile 2003 è stato celebrato il centenario della nascita di Andrej Nikolaevič Kolmogorov, probabilmente il maggior matematico sovietico del secolo.Nato da padre naturale — il cognome è infatti ereditato dal nonno materno — e orfano di madre dalla nascita, viene allevato da una zia materna che gli trasmette, nelle sue parole e nel suo ricordo, un forte senso di responsabilità individuale e di indipendenza di pensiero. Dopo le scuole, lavora per qualche tempo come conduttore di tram fino a che entra nell’università di Mosca nel 1920. Erano gli anni duri della nuova URSS: quando scopre che gli studenti del secondo anno ricevono, oltre al misero salario, una razione aggiuntiva mensile di 16 kg di pane e 1 kg di strutto, sostiene subito gli esami per passare all’anno successivo.
- Hommage à Gödel | Pp. 165-171
Bourbaki
Giorgio Bolondi
Francia, anni Trenta. Nonostante siano passati ormai molti anni, il Paese vive ancora sotto lo choc del grande massacro che ha sconvolto l’Europa dal 1914 al 1918. Un milione e trecentomila morti, tre milioni di mutilati e feriti, ottocentomila vedove, quasi un milione di orfani. Una tragedia del genere non può non avere conseguenze su tutti gli aspetti della vita di un Paese. La riproduzione generazionale, naturale, della matematica francese (e più in generale della scienza) viene interrotta drammaticamente dalla Grande Guerra. Negli atri delle troneggiano enormi lapidi con le lunghissime liste degli allievi e degli insegnanti morti in trincea. Una intera generazione viene spazzata via: di 211 normalisti iscritti ai corsi del 1914, 107 morirono in guerra
- Hommage à Gödel | Pp. 173-182
Scrittura e matematica nell’opera di Raymond Queneau
Alessandra Ferraro
È caduto pochi anni fa il centenario della nascita di Raymond Queneau, nato a Le Havre nel 1903, e diventato, dopo una laurea in filosofia alla , scrittore e saggista, nonché, dal 1941, segretario generale della prestigiosa casa editrice parigina , carica che occupò fino alla sua morte nel 1976. Autore del divertente “Zazie nel metro”, romanzo scritto servendosi di una scrittura fonetica che illustrava i cambiamenti del francese, in Italia ha avuto traduttori di eccezione in Italo Calvino per “I Fiori Blu”, Sergio Solmi per “Piccola cosmogonia portatile” ed Umberto Eco per gli “Esercizi di stile”, usciti tutti per i tipi di Einaudi. Lettore infaticabile dalla cultura vastissima, Queneau si è trovato in contatto con i principali movimenti letterari e culturali presenti sulla scena parigina fin dagli anni Venti, dal di Breton all’ di Sartre, senza mai aderire incondizionatamente a nessuno di essi. Questa indipendenza intellettuale ha dato luogo ad un’opera molteplice, composta da romanzi, poesie, racconti, saggi, sceneggiature di film, originale e alquanto inclassificabile. Soltanto recentemente la critica sta scoprendo la profonda unità della concezione poetica che ne sta alla base, dal primo romanzo, “Le chiendent” (Il pantano) del 1933, alle opere composte nell’ambito dell’, il laboratorio di letteratura potenziale, gruppo di lavoro fondato nel 1960 con l’amico matematico François Le Lionnais.
- Hommage à Gödel | Pp. 183-190
John F. Nash Jr.
Roberto Lucchetti
John F. Nash Jr. è stato probabilmente uno dei più brillanti matematici del ventesimo secolo. I suoi risultati sono unanimemente considerati di altissimo valore, ed hanno risolto problemi che gli esperti consideravano molto difficili. La sua attività di ricercatore è durata un tempo molto breve,meno di 10 anni.Poi,come vedremo, si è dovuta interrompere. In questo capitolo, voglio dapprima raccontare in modo semplice e succinto qualche aspetto della vita di Nash. La fonte delle notizie che scrivo è Nash stesso, precisamente la autobiografia che lui ha scritto in occasione della cerimonia del conferimento, del per l’Economia, a lui assegnato, assieme ad Harsany e Selten, nel 1994. In seguito, mi permetto di fare alcuni commenti personali sulla figura di questo genio, la cui figura mi ha affascinato da quando ne ho letto la biografia scritta da Sylvia Nasar (S. Nasar, , Rizzoli, Milano, 1999). In un altro capitolo, cercherò di spiegare in parole semplici che cosa sia la teoria dei giochi, e ne richiamerò alcuni dei suoi primi risultati fondamentali, soprattutto quelli legati a Von Neumann e Nash.
- Hommage à Gödel | Pp. 191-204
Ennio De Giorgi
Gianni Dal Maso
Ennio De Giorgi nacque a Lecce l’8 febbraio 1928. Suo padre Nicola, insegnante di Lettere alle magistrali di Lecce, era un cultore di lingua araba, storia e geografia, mentre sua madre Stefania Scopinich proveniva da una famiglia di navigatori di Lussino. Il padre morì prematuramente nel 1930; la madre, cui Ennio era particolarmente legato, visse fino al 1988.
- Hommage à Gödel | Pp. 205-216
Laurent Schwartz
Angelo Guerraggio
Matematica, politica e farfalle sono state le tre grandi passioni di Laurent Schwartz, “padre” delle , militante politico sempre impegnato contro tutte le oppressioni, straordinario “cacciatore” di farfalle (con una collezione di più di ventimila esemplari).
- Hommage à Gödel | Pp. 217-229
René Thom
Renato Betti
Nato nel 1923 a Montbéliard (Francia), René Thom, matematico interdisciplinare per propria vocazione, forse per la sua formazione avvenuta all’interno della grande scuola matematica francese, era al tempo stesso capace di sviluppare notevolmente gli aspetti tecnici che sono insiti nella grande specializzazione. Con i risultati giovanili ha vinto la , il massimo riconoscimento internazionale dei matematici. Con le concezioni generali ha aperto la strada ad un originale tentativo di applicare la matematica ai fenomeni naturali, oggi noto come “Teoria delle catastrofi”.
- Hommage à Gödel | Pp. 231-236
Alexander Grothendieck: entusiasmo e creatività
Luca Barbieri Viale
Alexander Grothendieck nasce a Berlino il 28 Marzo 1928. Il padre, Sasha Shapiro, anarchico di origine russa, ebbe parte attiva nei movimenti rivoluzionari prima in Russia e poi in Germania, negli anni ’20, dove incontrò Hanka Grothendieck, la madre di Alexander. Dopo l’avvento del nazismo la Germania era troppo pericolosa per un rivoluzionario ebreo e la coppia si trasferì in Francia, lasciando Alexander in affidamento ad una famiglia presso Amburgo. Nel 1936, durante la guerra civile spagnola, il padre di Alexander si associò agli anarchici nella resistenza contro Franco. Nel 1939, Alexander raggiunse i genitori in Francia ma il padre fu arrestato e — anche in seguito alle leggi razziali, promulgate dal governo di Vichy nel 1940 — mandato ad Auschwitz dove morì nel 1942. Hanka ed Alexander Grothendieck furono anch’essi deportati ma scamparono all’eccidio. Alexander riuscì a frequentare il liceo al Collège Cévenol in Chambon-sur-Lignon alloggiando nella casa per bambini rifugiati, separatamente dalla madre, era però costretto a scappare nei boschi ad ogni rastrellamento della Gestapo. Fu poi studente all’Università di Montpellier e nell’autunno del 1948 arrivò a Parigi con una lettera di presentazione per Èlie Cartan.
- Il sogno | Pp. 237-250